sabato 29 settembre 2018

Memorie di scuola - Parte Seconda


Insomma, per farla breve, la mia domanda, indirizzata al Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, indicava la facoltà di giurisprudenza come richiesta di iscrizione.
A quel tempo la domanda di iscrizione andava presentata rigorosamente entro il 5 novembre di ogni anno e le lezioni iniziavano subito dopo quella data.
Così a Novembre mi ritrovai sui banchi di legno della facoltà di giurisprudenza di viale Fra' Ignazio.
Gli esami del primo anno erano: Diritto Privato, Istituzioni di Diritto Romano, Storia del Diritto Romano, Filosofia del Diritto ed Economia Politica,  più un esame complementare.
Economia Politica la accantonai, pensando di sostituirla prima della laurea.
 In realtà, strada facendo, mi venne in mente che,  oltre a fare l’avvocato,  mi sarebbe piaciuto anche fare l’insegnante, per cui ricacciai dentro il piano di studi, oltre all’Economia Politica, comunque già prevista,  tutta una serie di esami che spaziavano dal diritto tributario (la cattedra, al tempo, era tenuta dal grande studioso Antonio Basciu) alla Scienza delle Finanze e al Diritto finanziario (allora retaggio dell’illustre prof. Umberto Allegretti). Ma di questo avrò modo di parlare anche più avanti nel racconto.
Come esame complementare per il primo anno scelsi Teoria Generale del Diritto i cui corsi erano tenuti dal prof. Giacomo Gavazzi.

Decisi che il tempo degli scioperi era da considerarsi per me definitivamente archiviato e mi ripromisi che avrei pensato soltanto a studiare (mantenni la promessa riguardo agli scioperi, anche se le interruzioni del mio percorso universitario furono più di una, come avrò modo di narrare al paziente lettore).


2.     continua
La parte prima del libro, che va dal 1960 al 1973 si può acquistare in tutti gli store oppure direttamente al link dell'editore: https://www.youcanprint.it/biografia-e-autobiografia-generale/memorie-di-scuola-9788827845486.html

giovedì 27 settembre 2018

Memorie di Scuola - Parte Seconda



Dopo il diploma, conseguito nella maniera rocambolesca che ho già narrato, mia madre convinse mio padre che avrei dovuto frequentare l’Università.
Non so che peso avesse avuto una simile richiesta nel loro equilibrio di coppia, ma mio padre, accantonata per il momento l’idea di farmi diventare il contabile dell’azienda di famiglia,  acconsentì di buon grado.
D’altronde mio padre non si era mai interessato ai miei studi, delegando tutta la questione (colloqui con i docenti inclusi) a mia madre. 
Debbo aggiungere, per onestà e completezza,  che il mio buon vecchio non mi fece mai pesare la mia condizione di primo e unico studente in una famiglia numerosa di lavoratori, come invece, a un dato momento, fecero esplicitamente alcuni suoi coadiuvanti, in risposta alle pressioni esercitate da mia madre,  che rivendicava le risorse finanziarie necessarie per farmi studiare.
 I miei genitori sono stati entrambi un fulgido esempio di generosità e abnegazione (mio padre, a detta di mia madre, anche troppo).
Basti pensare che quando si ritirò dagli affari regalò ai miei fratelli allora coadiuvanti (i due maggiori, pur tuttavia con motivazioni assai differenti e con elargizioni e concessioni quanto mai sbilanciate, se n’erano già andati di casa e si erano creati un’impresa autonoma e indipendente)  entrambe le gioiellerie di cui era unico titolare (con tutta la merce, gli utensili, le vetrine e gli arredi, con annessi, connessi e stigliature e  compreso l’avviamento) senza chiedere niente in cambio, neppure una lira.
La mia scelta cadde sulla facoltà di giurisprudenza. Si trattava comunque di una prima scelta: la professione forense era una delle mie priorità, dopo avere scartato il giornalismo, che pure mi attraeva non poco (ma allora occorreva andare a Perugia e io non ebbi neppure il pensiero, non dico il coraggio,  di chiedere ai miei genitori di essere mantenuto fuori sede, tanto più che l’appartamento che mio padre aveva comprato in città nel 1969, era a un tiro di schioppo da viale Frà Ignazio, la sede storica della facoltà di legge).
Anche lo psicologo e l’interprete mi affascinavano come professioni ma all’epoca,  a Cagliari,  non esistevano delle facoltà specifiche per le relative lauree e, in tal caso, avrei dovuto chiedere ai miei di mandarmi a Venezia,  a Napoli oppure a Roma.
1.     continua
La parte prima del libro, che va dal 1960 al 1973 si può acquistare in tutti gli store oppure direttamente al link dell'editore: https://www.youcanprint.it/biografia-e-autobiografia-generale/memorie-di-scuola-9788827845486.html

martedì 25 settembre 2018

Le mie Memorie e la vecchiaia che incalza


Voglio fare ammenda davanti al mondo intero. Beh, virtualmente , quando si scrive nell'Web ci si rivolge al mondo intero. Insomma, voglio fare ammenda davanti ai tre o quattro lettori di questo umile blog.
Permettete   prima che io mi  presenti brevemente.
Sono un uomo di 64 anni che cerca di essere gentile con tutti. Anzi, chi mi conosce sostiene che io sia una persona mite e gentile. In fondo è così, anche se una mia collega (con la quale lavoriamo insieme da oltre trent'anni) si è sorpresa non poco quando, durante una discussione di gruppo (si parlava del '68 e degli scioperi a scuola in quegli anni lontani e in quelli immediatamente successivi), sono intervenuto per dire che nel mio quinto anno di scuola superiore facevo parte degli organizzatori del movimento studentesco cittadino e mi ero spinto persino a interrompere le lezioni per indire un'assemblea straordinaria d'istituto nel cortile della scuola (per questo grave fatto venni sospeso per 15 giorni e rischiai di perdere l'anno scolastico; queste e altre cose le racconto nel mio libro "Memorie di scuola" che si può consultare e anche acquistare direttamente da https://www.youcanprint.it/biografia-e-autobiografia-generale/memorie-di-scuola-9788827845486.html  oppure anche negli altri store della rete).

Ma stamattina, ho scoperto che sepolto dall'uomo che ha fatto della mitezza e delle buone maniere un suo tratto distintivo, si cela ancora il vecchio lupo aggressivo e permaloso pronto a ringhiare se qualcuno gli sbarra la strada.
Ecco il fatto: mi  recavo  in pullman  dal medico di famiglia, mezzo febbricitante e  dolorante. Sono salito sul pullman e per prima cosa, da viaggiatore onesto e cittadino scrupoloso, ho tentato di leggere il QR con il mio cellulare, al fine di convalidare il trasbordo (così chiama la conferma della tua presenza sul mezzo la società cittadina di trasporti che gestisce il servizio dei pullman) dell'abbonamento on line che ho stipulato.
A causa della scarsità della luce (eravamo in un tratto di strada ombreggiato) ho provato diverse volte l'operazione, ma pur inquadrando correttamente nel display il simbolo cifrato QR, non venivo riconosciuto. 

L'autista mi ha suggerito di provare con il simbolo posizionato proprio sopra l'uscita che gode di una illuminazione privilegiata.

Una signora che doveva aver seguito le mie peripezie e forse doveva avermi giudicato un vecchietto poco sicuro sulle gambe, dato che tenendomi agli appositi sostegni con una sola mano in effetti av evo ondeggiato in diverse occasioni, è intervenuta dicendo, a voce alta: - " Lo faccia durante la sosta, così non mi cade addosso!"

E lì è risorto il lupo che dorme dentro di me, con tutta la sua permalosità e la sua aggressività (la buonanima di  mio fratello maggiore era proprio così; con l'aggiunta di una dose di misoginia superiore alla mia, oltre che con l'aggiunta di tante qualità che io, purtroppo, non ho).

- " Signora" - le ho risposto in tono aggressivo e senza neppure guardarla, mentre il provvidenziale QR esposto alla luce vidimava la mia presenza sul mezzo - " se lei fosse una donna giovane e bella forse potrei anche far finta di caderle addosso!"

Mi son pentito subito della mia risposta permalosa e aggressiva. All'autista però deve essere piaciuta, perchè quando mi sono avvicinato per ringraziarlo e chiedere un'informazione, mi ha sorriso dicendomi che a lui gente così invadente e impicciona gliene capitava tutti i santi giorni.

Io, non di meno, avrei ritenuto più consono al mio stile risponderle magari: - "Signora, forse le piacerebbe che un giovanotto come me le finisse in braccio!", o qualcosa di più carino della mia rispostaccia.
Beh, ormai è andata così. Cercherò di far meglio la prossima volta.

domenica 2 settembre 2018

Il Poema della Creazione - 1




CANTO PRIMO  
( Ove si narra della Creazione del mondo,  e   di Giuseppe, figlio di Giacobbe e Rachele, prima venduto come schiavo dai fratelli , poi vicerè del Faraone Ramsès)
Fonte diretta di ispirazione: Libro della Genesi;
Periodo di ambientazione delle vicende di Giuseppe: compreso in un arco di tempo che va dal 1800 al 1600 circa a.C.
 Riferimenti storici ad altri popoli:
  1. Nel 1800 a.C. Shamshi-Adad fonda lo stato assiro;
  2. Nel 1600 a.C. circa inizia la civiltà micenèa in Grecia;
  3. Nel 1600 a.C. circa in Cina vi è la cultura Shang dell’età del bronzo

Strofe: ottave e  a nona rima  con versi endecasillabi e polimetri nel nono verso

PROLOGO


  Canto del Padre  Eterno la Creazione
i cui primordi furô ‘ Adamo ed Eva
del gene eletto  primiera Nazione
ai tempi che soltanto si godeva
  senza patemi né disperazione
nell’Eden che fiorito sêr soleva.
E prima che il serpente ingannatore
il seme della sfida contro Dio
[all’Uom mettesse  in core].

Canto altresì dei valorosi prodi,
che discendendo da quel gene eletto,
in varia guisa e coraggiosi modi
il popol d’Israele al santo tetto
di Palestina addussero. E gli odi,
gli amori, i tradimenti non ometto:
quei tra uomini e regni e quei con Dio
e leggi, guerre, esilii ed altro ancora
[io  narro in questo canto mio].

Ardua è però sì tanto la materia
E lungo e pien d’insidie il mio cimento
E la paura che il mio cuore assedia
Soltanto se m’ardisco e in un momento
Vacillo e manco come per inedia!
Signore Dio, Creator del Firmamento
Dona sostanza e luce alla favella
Mia, ch’io possa intelligere l’Antica
[Tua parola e la Novella]

E dalla Genesi all’Apocalisse
Guida la mano mia tra rime e accenti
che con  la mente mia come vibrisse
sappiano intercettare i sentimenti
e trasmutarli con le leggi affisse
in quei settantatre componimenti!
Certo, per quanto questo libro vale
ed esser vuole: un chiaro e breve invito
[ al pieno assaggio dell’Originale].

Creazione del mondo
In principïo Dio creò il cielo
  e la terra, che era informe e deserta,
e il buio ricopriva come un velo
  il nero abisso; ma sulle acque all’erta
stava Dio che,  col Suo divino zelo,
volle che  l’oscurità fosse aperta
  dalla luce. E la luce ovunque fu!
La chiamò giorno e il buio  ‘l chiamò notte.
[ E al primo giorno Ei non pensò più].

Poi partì  le acque e mise il firmamento
e separandole, emerse l’asciutto
in dove dispose che dal frumento,
 dai germogli, dagli alberi  da frutto
e da ogni specie idonea al giovamento,
producesse col seme e dappertutto.
Nominati il cielo, la terra e il mare
al dover del quarto giorno il Buon Dio
[  si diè da fare].


 Indi le luci per il  cielo Ei pose
per ben distinguere la notte e il giorno.
E tanto Egli è perfetto nelle cose,
che fece sole e luna tutto attorno
ed altri segni e stelle in giusta dose,
 più per utilità che per adorno!
Pensava sin d’allora il Padreterno
ai giorni, ai mesi, agli anni e alle stagioni
[ e a tanto più ch’io non secerno].


Liberi volino in aria gli uccelli
e in mare sguazzino assai numerosi
i pesci; pascolino ovi e vitelli
con ogni bestiame nei prati erbosi;
crescano rettili e fiere per pelli,
esseri viventi belli e mostruosi!
Così creòlli Dio  nel quinto giorno
 gli animali del mondo e gli ordinò
[ di moltiplicarsi tutto intorno].

Infine Ei disse: -“ Facciamo ora  l’uomo,
a  nostra immagine ed assomiglianza,
che ogni animale domini dal sommo!”
E per il sesto giorno fu abbastanza!
 Da quel giorno, dopo sei giorni, domo
o non domo, sol cena e solo  pranza
l’uomo al settimo giorno, dal Creatore
consacrato al riposo ed alle preci
[dalle prime alle ultime ore].

Eppur  mancava ancora alla Creazione
 l’alito che le cose inanimate
trasforma,  e dà la  vita alle   persone!
Quindi  al mondo le acque vennero date
che,  cadendo dal cielo, sulle zone
della terra che  Dio avea donate,
 potessero di poi irrigare il suolo;
e con quel fango denso plasmò l’uomo
[il qual  però, restava solo].

Pertanto un dì, che Adamo era dormiente,
gli tolse Dio una costola dal fianco
e, plasmatala con arte suadente,
 ne fece una compagna per chi stanco
aveva detto d’esser solo. In mente,
nel corpo e nell’ anima lor, financo,
simili  ad uno specchio tali e quali
si riconobbero l’un l’altra, prima
[che Adamo ne scoprisse i mali].

 In verità, come ho già detto pria,
fu il serpente, il sottile ingannatore
che convinse la sciagurata ria
a mangiare il frutto che il Buon Fattore
avea vietato, in quanto sulla via
  avrìa posto il mortale saggiatore,

della onniscienza del bene e del male!





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I Nuovi Baroni

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