4.27.2020

Ricordati



Ricordati
che sei solo di passaggio
sulla terra
e che il mondo non ti appartiene
ma è il tuo corpo
che appartiene alla terra;
Ricordati
che l'amore si costruisce
piano, piano,
mentre la passione
brucia tutto in fretta;
Ricordati
che ogni uomo
ha la sua dignità
e merita rispetto.
Ricordati
di chi ha seminato
quando raccogli i frutti.
Ricordati
di salutare il sole
ogni volta che si leva
e ogni volta che tramonta.
Ricordati
che tu sei luce
che rischiara
il buio dell'eternità.





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4.09.2020

Ma cos'è la Verità?


XVIII

GESU’ ARRESTATO E CONDOTTO DA PILATO

Detto ciò Gesù se n’andò
In un orto coi discenti
Ove Giuda il traditor
Con uomini e armamenti

Lo raggiunse. “Chi cercate?”
Gli chiese edotto Il Cristo.
Quei, che mai l’avean visto,
con le facce illuminate

da lanterne e da torce
risposero non di meno
-“Cerchiam Gesù Nazareno”
-         Son Io” diss’Ei due volte!

Se cercate me” riprese
lasciate che ognun vada”.
Ma Pietro il braccio tese
E tratta fuor la spada

L’orecchio ebbe tagliato
il servo Malco. Ma Gesù
Gli disse – “Non farlo più,
  Abbà il vino m’ha dato”!

Così lo afferrarono
Come ad un malfattore
E in men d’un paio d’ore
Da Anna lo portarono.

Ei della Sua dottrina
Chiese. E Gesù rispose:
Sotto la luce albina
predicato ho tali cose

e chiunque m’ha ascoltato;
chiedi loro un resoconto”!
Ma uno sbirro più tonto
Degl’altri, dopo aver dato

A Cristo Gesù uno schiaffo
Disse: -“Tal non è ‘l tenore
Che col tuo superiore
Puoi utilizzare a sbafo!”

-“Perché dunque m’hai percosso?
S’ho detto male mostralo,
perché dire non posso
sennò?” chiese a quel crotalo.

A Caïfa, ciò udito
Lo spedì così legato.
Frattanto Pietro era stato
Pauroso e infreddolito

Nel cortile ove un fuoco
Riuniva guardie e serve;
una fra le più proterve
gli chiese dopo un poco

-“Sei anche tu di quest’uomo?”
-         Non lo sono!” disse Pietro.
-         Tu sei di quelli di Gesù?!”
chiese un altro non domo.

Ei negò reticente,
stringendosi al mantello.
Ma uno ch’era fratello
Di quello che il fendente

Di Pietro avea subìto
Nel Giardino degli Ulivi
Disse: “Se gli occhi privi
Non ho, io ti ho già  visto

Nel giardino”. Ma lui negò,
 tre volte, come predetto.
Subito il gallo cantò,
e ‘l gelo gl’entrò in petto!

Lo portarono allora
Al Pretorio da Pilato
Perché l’avete portato?”
chiese a quei ch’erano fora

per la Pasqua. –“Se non fosse
un malfattor non sarìa qui!”
risposero quelli lì.
A voi giudicar le mosse

Sue, ed anche  la Sua sorte”
Ribattè Ponzio Pilato.
-“Noi non possiam dar morte”
fu detto e profetato.

Quindi il procuratore
fece chiamare  Gesù
-“ Dunque Re dei Giudei sei Tu?”
Gli rispose Il Signore:

-“Lo sai o te l’han detto?”
-         “ Per cosa la Tua gente
Ti consegna a un non credente
Che su Te metta verdetto?”

-“Se tutti i servitori miei
avessero combattuto
perché non fossi dei Giudei
io non sarei caduto

in tal guisa. Ma il mio Regno
è alieno, non di quaggiù!”
Disse a Pilato Gesù.
-“Dunque sei del trono degno?”

disse Pilato. Rispose
Gesù: - “ Son Re, l’hai detto.
Io non nacqui per diletto
Ma per fare due cose:

Vivere da testimone
Della Verità; morire
Per la Resurrezione!”
Avanti di proseguire

Pilato ancor gli chiese
-“Ma cos’è la Verità?”
Poi uscì e disse:-“ V’è tra
Le usanze del paese

Per Pasqua di liberare
Per voi un delinquente;
Gesù parmi innocente,
lo devo perciò salvare?”

Ma quella feccia di viltà
Gridava delirante
NO! Salviamo Barrabàn!!”
Barrabàn era un brigante.


Quindi Pilato, poiché
Il popolo insisteva
Fece flagellare il Re,
Gesù, pur se non vedeva

In Lui colpa o reato;
le guardie, dopo il flagello
gli misero un mantello
rosso; poi incoronato

a mò di scherno e dolore
con spine pungenti in testa
a Suo danno fecer festa.
Ma uscì il Procuratore


A ridirne l’innocenza;
e contemporaneamente
Anche Gesù, mestamente,
in guisa di indecenza

con corona e mantello;
-“Ecce homo” disse loro
Pilato. Ma con disdoro
Ripeterono l’appello

quegli scalmanati Ebrei:
-“Crocifiggilo Pilato,
perché uguale a Dio s’è fatto!”
-         Ma Gesù, di dove sei?”

chiese Pilato rientrando;
ma Gesù non gli rispose.
-“ Non parli? Pur valutando
il poter che ho sulle cose?”

Gesù a sua volta rispose:
-“Poter non avresti alcuno
se in alto non fosse Uno
che dà  tutte le cose.

Perciò ha più grande colpa
Chi a te m’ha consegnato”.
Da quel momento Pilato
Tentava ogni discolpa

Per Gesù. Ancora i Giudei
Gridavano “Se assolvi
Gesù, amico non sei,
di Cesare. Chi si provi

ad essere, re, infatti
si mette contro l’impero”.
Dopo questo impropèro
Pilato studiò i fatti


Organizzando fuori
In veste di magistrato
Un Tribunale. Ciò fatto,
di calmarne i furori

tentò ancora una volta.
-“ Ecco il vostro re” gridò.
In coro la massa stolta
Ancora la realtà negò

Chiedendo la Sua morte
In coro : -“Mettilo in croce”
Gridavano a gran voce.
E  lasciollo alla Sua sorte.

4.02.2020

Tra Coleridge e Tagore




Io sono Paolo, un Giudeo di Tarso,
città cilicia tra le più importanti!
Il petto di furore aveo riarso

contro i cristiani della Giudea, nanti
che Dio mi chiedesse, ché sulla via
mi trovavo di Damasco, per  quanti

ragion di  fustigati aveo di mia
medesma mano e degl’altri ch’andavo
a perseguire! Ma la diceria

che mi vorrebbe poscia tanto bravo,
quanto spietato sarei stato pria,
vorrei condurre al suo corretto enclavo;

passi dunque d’ogni soperchieria
l’addebito e d’ogni complicità,
sia che in Giudea o nella Samarìa,


per arroganza o cieca volontà
abbia avuto nelle persecuzioni
dei fratelli ebrei, che alla novità


di Cristo subito eran stati proni;

però quello  che a me pare più inviso

è che qualcuno fuor dal coro stoni


accusandomi anche d’avere ucciso!

No, no,  e poi ancora no! Giammai

Il mio braccio fu di sangue nostro intriso


Di quei della mia stessa razza! Mai

mi spinse a dar la morte il tanto odio

Che pur covavo allora contro i sai


Che, minacciando d’occupare il podio

Supremo dell’avito Tempio, il Verbo

Novello di Gesù, come in allodio


Diffondevano intorno. Ero acerbo

Quando i mantelli dei lapidatori

Del primo martire cristiano in serbo


avevo e quando gli estremi  rigori

Del voto mortale in Sinedrio io davo!

Ma della legge è noto ai più cultori


Come non sia punibile lo schiavo

Quando esegua; ed io agivo stretto

Dalla legge, di cui l’antico avo

Mosè, a tutti noi  imponea rispetto;

ed  anche io la sentìa vincolante!

Nel giusto io mi credea, anzi costretto,



ad agire in quel modo di zelante

 gioventù! Di Gesù, figlio di Abbà,

niente sapevo ancora, ma ignorante



ero di Lui e della verità

con cui Il Cristo ha illuminato il mondo!

Quando poi cessò in me la cecità



M’accorsi che avevo toccato il fondo

E vidi il vero nella sua realtà!

Oh me  l’infelice, quando iracondo



Perseguivo i  fratelli con viltà!

Oh me il fallace, che la vecchia via

Sola vedevo di mia volontà!



Ebbene, Dio, nella coscienza mia

Non volle che pesasse anche il supplizio

D’aver tolto la vita! E dunque sia:



Non mi sottrarrò al vostro giudizio!

Né valga ciò che dopo sono stato

A mio favore! Che sia all’inizio



Che  sia al prosieguo, io fui destinato

A ciò che in alto fu per me deciso;

nel bene e nel male io l’ho accettato!



E se quello a voi apparisse  inviso,

io questo l’ho accettato di buon grado

e il mio sentiero di dolore intriso



è stato ed ancora è, dovunque  vado!

Non siate dunque voi assai severi,

e quando in aria lancerete il dado



considerate insieme oggi e ieri,

chè la vita di un uomo è un tutt’uno

fatto di azioni e di umani pensieri;



e mentre son le prime  per ognuno

ben palesi, quegl’altri solo Dio

li sa pesare, attribuendo a ciascuno


il suo giusto tributo! Dunque io,

quando fui scelto per la diffusione,

nel mondo, del nuovo credo, di mio



misi, come in passato, la passione

e la coscienza di essere nel vero!

Conosco e vi precedo l’obiezione



Che con un simil ragionar, invero,

nessuno potria mai ser condannato,

il bugiardo mostrandosi sincero



e l’omicida sarìa liberato!

Ma conoscevo ben solo una legge

Prima che alla mission fossi vocato!



Ed era la legge di Mosè! Vegge

Chiunque quindi come  fossi giusto!

Vorrei comunque dire per chi legge



Questo mio scritto, che il solo disgusto

Di cui serbo memoria di quegl’anni

Trascorsi in preda a quel gran  trambusto


Giovanil,  son le torture e i malanni

Che senza pietà arrecavo ai rei

Presunti! Questo tra i diversi danni



Riconosco! Lo stesso che i Giudei

Cristiani oggi tentano di fare

A me e a tutti gli altri Ebrei



Che sol intendon farsi battezzare,

ritraendosi alla circoncisione!

E dunque il mio invito ad avvicinare



Gesù e la Sua nuova religione

Lo perseguo con infinito  amore,

giammai con violenza o con restrizione!



E’ tempo ormai d’aprire il nostro cuore

Al mondo, come Gesù ci ha insegnato!

Il Verbo del Cristo, nel Suo vigore



Non deve più restare limitato

Negli angusti confini d’Israele,

di Giudea e di chiunque vi è nato!


E non già con la forza e con il fiele

Si fa la via che a Gesù conduce!

Dispieghiamo spontanei le vele



Del nuovo vento di riscatto e luce,

che a Gesù Cristo Il nostro Redentore

e alla Promessa di salvezza adduce!



Gesù, morto in croce per nostro amore,

di noi tutti quanti, Ebrei e pagani!

Cerchiamo orsù con entusiasmo e ardore



Di collaborare ai Suoi santi piani

Per questa Nuova ed Eterna Alleanza

Che vorrebbe veder, tutti i Cristiani,



Uniti in una sola fratellanza,

tutti gli uomini e razze della terra!

Valutate voi  la vera importanza



Della nuova fede in Cristo! Ed erra

Chi non si rende conto  che è la pace

La nuova frontiera,  non più la guerra!



E Gesù Cristo, pur morto, non giace

Ma Egli è risorto! Io, testimone,

apostolo indegno, eppure  capace,



da Lui sono stato per la missione

giudicato e scelto in prima  persona

e incaricato della diffusione



del Vangelo, non solo in questa zona

ma in tutto il mondo che sia conosciuto!

E sì farò, sinchè non sarà prona



La mia volontà e non sia venuto

Il giorno del giudizio universale,

quando completo  il mondo  avrà saputo



la Verità che veramente vale

ed il sentier che ognun deve seguire,

lungo  la via che al Padreterno sale!









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