2.28.2023

Proverbi -2

 

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Capitolo 17

È meglio un pane tozzo con l’amore

Che i banchetti di bue grasso con l’odio;

chi sa provare i cuori è il Signore,

 

i regali issano l’uomo sul podio;

l’iniquo accetta doni sotto banco

e le sue dita sanno di collodio!

 


Ma il saggio è sempre di parole stanco!

2.26.2023

Qoelet - 2

 

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Ho provato a conoscere e cercare

La Sapienza e riconosco che il male

È stoltezza e la stoltezza equivale

A follia. Più della morte, amare

 

Sono le donne:  tutte, i lacci e il cuore

Hanno come rete, come catene

Hanno le braccia. Alle loro pene

Sfugge chi è gradito a Dio; d’amore

 

Son fatti prigionieri tutti gli altri;

l’un per mille d’un uomo l’ho trovato,

non una donna; ma Dio ha creato

uomini retti  che si fanno scaltri.

2.25.2023

La Sapienza

 


Dì alla Sapienza: “Sei mia sorella”

E chiama amica tua l’intelligenza

Perché ti salvi dalla donna bella

 

E straniera,  che usa l’indecenza

E ti seduce con labbra allettanti

E come un bove tu la segui senza

 

Speranza; attento, perché già tanti

Essa ne ha fatti cadere trafitti,

ed eran tutti ciarlieri ed aitanti:

 

ed ora  tacciono, per sempre zitti.

 

2.23.2023

Il Cantico dei Cantici

 

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Vi scongiuro per le cerve dei campi,

figlie di Jerusalem, non destate

dal sonno la amata mia, né coi lampi

 

  coi tuoni, ma aspettare vogliate,

finché essa lo desideri e voglia!

Ai baci nostri  inebrianti lasciate,

  

 

all’aroma che dai  sensi la  spoglia,

al mio nardo, che d’olezzi il recinto

cospargendo di  profumi lo sfoglia;

 


lasciatemi, pervicace ed avvinto,

come suggente  grappolo al suo petto,

come  frutto fuso all’ albero pinto!

 

Bruna io son, per lui,   sommo diletto,

e lui per me, ma bella sotto il sole

e sopra il nostro verdeggiante letto!

 

Canto di tortora che udir si suole,

collina che dispensa frutti e aromi;

avanti che le ombre come fole

 

s’allunghino, rinfrancami coi pomi,

perché ammalata io sono del tuo amore!

Ti bramo e t’anelo con molti nomi,

 

e poggia il tuo vessillo sul mio cuore!

Dolce  sento il tuo frutto al mio palato.

Ha bussato alla porta il mio signore:

  

ho aperto,  finalmente è ritornato!

Ha messo la sua man nello spiraglio,

sussulto,  dolce  fremito ho   provato!

 

È lui, il mio diletto, non mi sbaglio;

fluiva la mirra dalle mie dita,

sui folti riccioli con cui m’ abbaglio,

 

sul forte padrone della mia vita,

sulla maniglia del mio chiavistello!

Voi, che ammirate della Sulammita,

 

nella sua danza del doppio drappello?

Sono  belli i tuoi piedi nei sandali

Principessa; s’io fossi tuo fratello!

 

I tuoi seni son formosi ed uguali,

a cerbiatti di gazzella gemelli;

le tue trecce m’hanno preso sull’ali

 

come un re che ora surge ai tuoi più belli

grappoli d’uva e di datteri molli,

sino al tuo ventre di gigli novelli,

 

attorno ai  fianchi di curve e di colli,

alla tua bocca in cui scorre squisito

il vino delle mie notti  più folli!

 

Vieni, oh mio diletto, al tuo frutto ambito!

Orsù! Andiamo  alle vigne e ai villaggi,

a vedere se il tuo  melo è fiorito,

 

quando il sole già stempera i suoi raggi,

e ‘l vermiglio melograno succoso

di nardo e  cipro profuma i paraggi

 

e la tua bocca anela voglïoso!

Vi scongiuro per le cerve dei campi,

figlie di Jerusalem, il glorioso

 

mio amore al sonno, non fate che scampi!

 

 

 

 

 

 

2.22.2023

Qoelet - 1

 

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Fingo d’essere il Re sapïentissimo

onde mostrarvi gli inganni del mondo!

Quello che a volte  a noi appare verissimo

 

spesso è un quadro che ricerca il ritondo.

Non è pessimismo il mio, ma realtà!

A che giova essere  triste o giocondo?

 

Tutto è vanità delle vanità!

Vano è il piacere che stilla l’amore,

Vana sapienza, anche con umiltà!

 

È Vano chi vive e vano è  chi muore;

vana stoltezza che ci spinge in basso,

vana  la gloria che induce all’onore!

 

Vana l’accusa che offende col sasso,

vana difesa che indulge le pene!

Vano è il mangiar che sia parco o sia crasso,

 

vano il digiuno che asciuga le vene;

è vano il tramonto e vana è  l’aurora!

Vano è anche il fiume che va e che viene!

 

 

 

 

Vano ogni soffio di vento e di bora,

vano ogni evento che appar sotto il sole;

vana è la storia corrente e d’allora,

 

vano ogni odio e ogni male che duole;

vano ogni sforzo o tenzone mentale;

vana fatica il mortaio e le mole;

 

vana caparra che vale o non vale!

Vano l’inebrio che viene dal mosto,

vano è altresì ogni sforzo manuale;

 

Vano è volere  esser vani a ogni costo,

è vano mentire e vano è anche il  vero,

per quanti in sorte hanno   identico posto!

 

Vano Ti cerco per ogni sentiero,

vano non esser mio dolce Signore

con chi ti cerca con cuore sincero

 

con me che bramo soltanto il Tuo amore!

 

 

 

 

 

 

Dal Libro dei Proverbi

 



Le cose odiate da Dio


Sei cose odia il Signore per davvero,

anzi sette Gli sono in abominio:

occhi alteri, parlare menzognero,

cuor che trama progetti di dominio,

testimone che non depone  il vero,

chi la famiglia porta allo sgominio,

mani che versano sangue innocente,

piede che segue la scia del  serpente.


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2.14.2023

Fiore di Antiochia

 


Fiore di Antiochia

(a Inès)

 

Addio, fiore di Antiochia

Ho succhiato il tuo nettare

Per un giorno

E poi

Son volato via!

 

Ah se il destino non mi avesse fatto ape

Ora non sarei qui

A cercare di fiore in fiore

La felicità

Che non esiste

Ma sarei tra i tuoi petali

Odorosi d’amore

 

Medellìn, 1979

 

 

2.12.2023

La Terza via - 22

 

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Il primo ragazzo chiuse le cartine azionando con abilità le prime tre dita di entrambe le mani e, dopo avere incollato con una veloce slinguata il risultato della complessa operazione, ne assicurò il contenuto, rimboccandolo in cima e lo passò alla ragazza che gli aveva dato il filtro, pregandola di accenderlo. La ragazza non si fece pregare e, dopo essersi chinata ad acchiappare la fiamma di un accendino che si era accesso nella sua direzione, ne aspirò una lunga, voluttuosa boccata, passandolo subito al ragazzo che glielo aveva offerto.

Donato mi distolse con una pacca sulla spalla.

-         «Ce l’hai fatta a venire! Non startene qui tutto solo! Giampiero è di sopra ! Sarà contento di vederti. Ci sono anche altri amici!»

Gli sorrisi, grato che mi avesse levato dall’imbarazzo di quella mia solitaria postura. Mi disse di seguirlo in cucina e poi ci avviammo insieme per le scale che portavano al piano superiore.

Dal corridoio imboccammo l’ultima porta a destra.

-         «Guarda chi c’è!» – disse Donato entrando.

Tutti i presenti si voltarono verso di me salutandomi cordialmente. Nella stanza c’erano due coppie di letti a castello, uno a destra e l’altro sulla parete di sinistra. Io mi sedetti sul letto basso di sinistra. Giampiero lo notai soltanto dopo che mi ero seduto, quando si fece largo tra quelli che lo attorniavano, allungando il braccio verso di me, sporgendosi dalla branda di fronte alla mia, dove se ne stava comodamente disteso.

-         « Tieni, fuma!» – mi disse porgendomi  una sigaretta di anomale proporzioni. – « E’ roba forte e buona, come voi Sardi!»

Senza tentennare aspirai una rapida boccata come avevo visto fare alla ragazza di sotto, poco prima, e la  passai di seguito a Donato, che fece altrettanto.

2.11.2023

La terza via - 21

 Mi aprì una ragazza che mi fece entrare  senza farmi domande. Io dissi soltanto che ero invitato alla festa di compleanno di Giampiero.

Mi introdusse un ampio salone e mi disse soltanto, in italiano, di andare a prendermi una birra in cucina. Siccome non sapevo dove fosse la cucina mi sedetti nell’angolo di un divano e mi guardai intorno fumando una delle mie sigarette. Attorno a un grande tappeto, seduti per terra,   un gruppo di ragazzi e ragazze  ridevano  e scherzavano di gusto. Spostando lo sguardo notai che da una porta in  fondo al salone usciva la ragazza che mi aveva aperto la porta con numerose bottiglie di birra in mano. “Ecco dove deve essere la cucina” pensai tra me mentre seguivo con lo sguardo la ragazza. Vidi che imboccava una rampa di scale che portavano a un piano superiore. Tornai con lo sguardo ai ragazzi seduti introno al tappeto. Uno di loro stava unendo delle cartine da sigaretta; ne incollò due in senso longitudinale, aggiungendone una terza in senso orizzontale, sempre sfruttando il lato gommoso e adesivo delle cartine.

La ragazza che gli stava a fianco, dopo avere arrotolato un sottile cartoncino, strappato al contenitore delle stesse cartine, esclamò con entusiasmo che il filtro era pronto. Il tizio delle cartine lo posizionò alla base delle cartine che aveva precedentemente incollato; sembrò porgere il suo manufatto, dopo averlo poggiato sul palmo delle dita,  a un terzo ragazzo, il quale invece vi fece cadere sopra il contenuto di una sigaretta, distribuendola sapientemente per tutta la superficie delle cartine incollate; di seguito, lo stesso ragazzo, dopo avere  bruciato con l’accendino una delle estremità di un pezzo irregolare di un materiale  di colore verdognolo, la  sbriciolò sopra la superficie del tabacco, distribuendolo, come aveva fatto prima con il contenuto della sigaretta, con il pollice, l’indice e il medio della mano destra.

Quel gesto mi fece pensare a una cuoca che sparga il sale su una pietanza, anche se i movimenti del ragazzo erano più rapidi e contenuti.
 

2.08.2023

La Terza via -20

  

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Capitolo 6 

Un giorno, mentre ci preparavamo  una pizza per la nostra pausa pranzo, Donato   mi disse che stava raccogliendo dei soldi per fare un regalo a Giampiero, di cui a breve sarebbe ricorso il genetliaco. Risposi che avrei partecipato ben volentieri e soltanto doveva dirmi che cifra dovessi versare per partecipare al regalo. Prima di rispondermi mi disse che la sua idea era di regalargli un pezzo di hashish,  per il quale Giampiero andava matto. Io non feci commenti anche se ricordo che pensai “Contento lui!”  Dissi che per me non c’erano problemi. Lui si limitò ad aggiungere che il fumo lo avrebbe comprato da Natale, grande fumatore ed esperto e che Giampiero mi aveva  invitato alla festa di compleanno che avrebbe dato sabato sera a casa sua. Venerdì sera, prima di smontare dal lavoro,  gli chiesi quanto gli dovessi dare. Donato mi rispose che Natale non aveva voluto soldi per un tocco di hashish che aveva voluto procurare gratuitamente,  come sua personale partecipazione al regalo di Giampiero. Mi scrisse l’indirizzo di Giampiero in un foglietto, raccomandandomi di non mancare.

All’indomani, ruppi  tutti i miei dubbi e le mie incertezze e decisi di recarmi alla festa di Giampiero. Mentre ero in viaggio in metropolitana cercai di vincere e dominare le mie apprensioni,  dicendo a me stesso che non era obbligatorio per me fumare quella sostanza misteriosa e sconosciuta; e poi non era neppure detto che me ne sarebbe stata data l’occasione. Quante storie! Avrei potuto sempre rifiutarmi di fumare. Io all’epoca fumavo ancora le sigarette (rigorosamente quelle di stato). Mi bastavano e avanzavano. Così rimuginando arrivai alla casa di

Willesden Green, dove abitava Giampiero. 

2.03.2023

La Terza via - 18

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 Leggevo molto. Inizialmente mi attiravano le filosofie orientali; più tardi mi imbattei in uno scrittore sudamericano, un certo Carlos Castaneda. Fu per me una folgorazione. Da allora sognai di andare in Messico. Forse era quella la terza strada che andavo cercando. Più ci pensavo e più mi sembrava che ciò di cui avevo bisogno era proprio una terza via di carattere spirituale. Ero stanco di pensare in termini assolutamente materialistici. Chi l’aveva detto che non esistessero altre possibilità, altre realtà? Nel comunismo vedevo l’arroganza sovietica che aveva invaso prima l’Ungheria e poi la Cecoslavacchia; nel capitalismo mi faceva rabbia la tracotanza degli americani, che avevano impedito al Cile di vivere l’illusione del socialismo dal volto umano di Salvador Allende; e tra questi due colossi l’Italia era davvero schiacciata, senza personalità propria; e tu dovevi schierarti, o coi comunisti oppure coi democristiani. Era veramente assurdo; e riduttivo.

In effetti, però, molti italiani (e non solo italiani) a Londra avevano scoperto una propria dimensione spirituale. Inutile dire che questa dimensione non l’avevano potuta scorgere nella chiesa cattolica, che sembrava davvero, a quel tempo, fuori dal mondo dei giovani, destinata all’oblio e al tramonto definitivo, non soltanto a causa delle nefandezze del passato (il processo a Galileo Galilei e il rogo di Giordano Bruno, tanto per fare due esempi), ma anche per l’incapacità di leggere le esigenze dei giovani contemporanei.
 

In viaggio come un Pellegrino

  In questo ponte della Festa di tutti i Santi mi sono recato in pellegrinaggio a Roma con l'UNITALSI. L'itinerario prevedeva la vis...