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«Davvero?»
chiese ancora l’avvocato squadrandolo sospettosa. «Oggi
però è sabato, non dovresti essere al mercato di San Benedetto?»
aggiunse ben conoscendo le abitudini del commissario.
«Infatti mi stavo recando proprio lì quando
mi sono sentito chiamare. Tu piuttosto? Chi non muore si rivede.»
Non voleva sicuramente essere un rimprovero, anche se la donna sembrò
interpretarlo come tale.
«Hai ragione. Penso
di doverti delle spiegazioni» disse cambiando tono e
atteggiamento.
«No, nessuna spiegazione, davvero»
si schermì il commissario. «Il piacere di averti
incontrato è così grande che non vorrei sciuparlo con delle spiegazioni!»
le disse con trasporto Santiago De Candia. Con quella donna, su un piano
strettamente personale, non voleva indossare alcuna maschera di finzione.
L’avvocato sembrò colpita
da quelle parole. Al commissario parve quasi che arrossisse.
«Sai che mi sono trasferita qui, in via
Giudice Torbeno?» disse indicando una
qualche direzione davanti a lei. «Non
lo sapevi?»
«Ma di casa o lo studio?»
chiese il commissario.
«Tutti e due insieme! È una casa grande che
ho fatto ristrutturare. Avevo vissuto lì da ragazza. Gli inquilini sono andati
via e ne ho approfittato per unire casa e lavoro, così da non dover fare la
spola tra casa e ufficio.»
«Certo, certo, hai fatto bene. Ma non stiamo
qui, abbiamo tanto cose da dirci. Non c’è un bar qua vicino?»
«Senti adesso ho da fare. Mio figlio parte
in gita scolastica e se non metto mano io alla sua valigia, finirà per dover
partire senza bagaglio. Perché non ci vediamo stasera, o magari domani?»
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