martedì 24 gennaio 2023

La Terza via - 13

 

La paga era di 40 sterline la settimana e non era davvero male per otto ore di lavoro, da lunedì a venerdì. Per far quadrare meglio i conti,  il mio amico e benefattore marchigiano,  mi suggerì e mi trovò egli stesso una camera ammobiliata, proprio dietro l’angolo del suo negozio, al n. 18 di Keystone Crescent, dove  pagavo 5 sterline la settimana a una vecchia vedova  italiana che viveva  con un figlio tassista che non ricordo di avere mai visto (vedevo però, a volte, la sua Austin nera, inconfondibile e autorevole, parcheggiata in uno sorta di parcheggio scoperto, interno al giardino della casa).

«Aiuterai il vecchio Jim, downstairs» mi disse il boss, a metà tra l’inglese e l’italiano.

 

Nel seminterrato della fabbrica delle pizze c’era la cella frigorifero,  con  il formaggio “cheddar” che andava sulle pizze (al posto della nostra mozzarella).

Il gustoso formaggio inglese era contenuto in forme da cinquanta libbre (circa 25 chili). Noi dovevamo tagliare le forme  con un filo d’acciaio,  per poi infilarne i listelli ottenuti nell’enorme grattugia elettrica. Il formaggio grattugiato veniva raccolto in grosse ceste di plastica e spedito di sopra,  alla catena di montaggio, attraverso lo stesso montacarichi che io usavo per scendere al lavoro, il mattino.

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