mercoledì 25 novembre 2020

La Costante Resistenziale Sarda

 


Alcuni lettori del mio romanzo “I Thirsenoisin”, dopo aver letto i brani del romanzo che da tempo vado pubblicando nei miei blog e nei vari siti specializzati, mi hanno chiesto quali siano i temi che io intendo veicolare e perché; e se sia possibile trovare un collegamento  di questi temi con l’attualità.

Cercherò di rispondere per gradi.

I temi che ho inteso veicolare con il mio romanzo sono principalmente i temi della costante resistenziale sarda, tanto cari al grande archeologo Giovanni Lilliu.

Forse sarà anche vero quello che vado leggendo nei vari siti specializzati e più in generale nei libri di storia; e cioè che la storia dei Sardi è una storia di vinti, di quelli che hanno sempre subito e la cui storia è stata sempre scritta dagli altri.

Ebbene, con il mio romanzo, nel mio piccolo, e al di fuori della scienza ufficiale, io ho inteso scrivere una pagina nuova della storia dei Sardi; una pagina scritta da noi Sardi, con il sentimento di chi non vuole vedere le proprie radici essiccarsi al sole della storia, nell’abbandono e nell’indifferenza di una cultura superficiale che disconosce totalmente le nostre origini e il valore dei nostri antenati.

Un altro tema che mi sta molto a cuore è quello della sopravvalutazione della scrittura e delle fonti scritte in generale; ovvero il problema  del Grafocentrismo. Per troppo tempo noi Sardi ci siamo affidati alla scrittura per ricostruire la nostra storia (e la nostra preistoria).

Ma se è vero come è vero che la Storia la scrivono i vincitori, per quale motivo noi dovremmo basarci sempre e soltanto sugli scritti redatti da coloro che in passato ci hanno avversato (e in molti caso sottomesso) per ricostruire il nostro passato?

Perché non basarci invece su altre prove diverse dalla scrittura?

Non bastano gli oltre settemila nuraghi ancora esistenti nel nostro territorio, le tremila tombe dei giganti, i duemilacinquecento pozzi sacri, le domus de janas disseminate ovunque, i menhir e tutte le vestigia e le  testimonianze della nostra passata storia per accertare e ricostruire chi siamo stati?

Per quanto riguarda il collegamento con l’attualità, e concludo, direi che appare fin troppo ovvio che noi siamo i discendenti di ciò che siamo stati in passato.

Vogliamo concludere con una frase del nostro Sardus Pater, di Giovanni Lilliu. Disse un giorno il grande archeologo scopritore de Su Nuraxi di Barumini, rivolgendosi ai giovani, ma idealmente a tutti i Sardi:

“ Guardatevi attorno e ammirate i Nuraghi che svettano ancora, dopo migliaia d’anni, nel paesaggio circostante. Ammirateli  insieme ai pozzi sacri e alle altre vestigia del patrimonio culturale sardo, dai bronzetti, ai menhir, alle domus de janas, alle tombe dei giganti. E non dimenticate mai di chi siete figli e le genti da cui discendiamo!”

 

Chi fosse interessato a leggere integralmente il mio romanzo  può avvalersi del link 

https://bookabook.it/libri/i-thirsenoisin/

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