domenica 2 settembre 2018

Il Poema della Creazione - 1




CANTO PRIMO  
( Ove si narra della Creazione del mondo,  e   di Giuseppe, figlio di Giacobbe e Rachele, prima venduto come schiavo dai fratelli , poi vicerè del Faraone Ramsès)
Fonte diretta di ispirazione: Libro della Genesi;
Periodo di ambientazione delle vicende di Giuseppe: compreso in un arco di tempo che va dal 1800 al 1600 circa a.C.
 Riferimenti storici ad altri popoli:
  1. Nel 1800 a.C. Shamshi-Adad fonda lo stato assiro;
  2. Nel 1600 a.C. circa inizia la civiltà micenèa in Grecia;
  3. Nel 1600 a.C. circa in Cina vi è la cultura Shang dell’età del bronzo

Strofe: ottave e  a nona rima  con versi endecasillabi e polimetri nel nono verso

PROLOGO


  Canto del Padre  Eterno la Creazione
i cui primordi furô ‘ Adamo ed Eva
del gene eletto  primiera Nazione
ai tempi che soltanto si godeva
  senza patemi né disperazione
nell’Eden che fiorito sêr soleva.
E prima che il serpente ingannatore
il seme della sfida contro Dio
[all’Uom mettesse  in core].

Canto altresì dei valorosi prodi,
che discendendo da quel gene eletto,
in varia guisa e coraggiosi modi
il popol d’Israele al santo tetto
di Palestina addussero. E gli odi,
gli amori, i tradimenti non ometto:
quei tra uomini e regni e quei con Dio
e leggi, guerre, esilii ed altro ancora
[io  narro in questo canto mio].

Ardua è però sì tanto la materia
E lungo e pien d’insidie il mio cimento
E la paura che il mio cuore assedia
Soltanto se m’ardisco e in un momento
Vacillo e manco come per inedia!
Signore Dio, Creator del Firmamento
Dona sostanza e luce alla favella
Mia, ch’io possa intelligere l’Antica
[Tua parola e la Novella]

E dalla Genesi all’Apocalisse
Guida la mano mia tra rime e accenti
che con  la mente mia come vibrisse
sappiano intercettare i sentimenti
e trasmutarli con le leggi affisse
in quei settantatre componimenti!
Certo, per quanto questo libro vale
ed esser vuole: un chiaro e breve invito
[ al pieno assaggio dell’Originale].

Creazione del mondo
In principïo Dio creò il cielo
  e la terra, che era informe e deserta,
e il buio ricopriva come un velo
  il nero abisso; ma sulle acque all’erta
stava Dio che,  col Suo divino zelo,
volle che  l’oscurità fosse aperta
  dalla luce. E la luce ovunque fu!
La chiamò giorno e il buio  ‘l chiamò notte.
[ E al primo giorno Ei non pensò più].

Poi partì  le acque e mise il firmamento
e separandole, emerse l’asciutto
in dove dispose che dal frumento,
 dai germogli, dagli alberi  da frutto
e da ogni specie idonea al giovamento,
producesse col seme e dappertutto.
Nominati il cielo, la terra e il mare
al dover del quarto giorno il Buon Dio
[  si diè da fare].


 Indi le luci per il  cielo Ei pose
per ben distinguere la notte e il giorno.
E tanto Egli è perfetto nelle cose,
che fece sole e luna tutto attorno
ed altri segni e stelle in giusta dose,
 più per utilità che per adorno!
Pensava sin d’allora il Padreterno
ai giorni, ai mesi, agli anni e alle stagioni
[ e a tanto più ch’io non secerno].


Liberi volino in aria gli uccelli
e in mare sguazzino assai numerosi
i pesci; pascolino ovi e vitelli
con ogni bestiame nei prati erbosi;
crescano rettili e fiere per pelli,
esseri viventi belli e mostruosi!
Così creòlli Dio  nel quinto giorno
 gli animali del mondo e gli ordinò
[ di moltiplicarsi tutto intorno].

Infine Ei disse: -“ Facciamo ora  l’uomo,
a  nostra immagine ed assomiglianza,
che ogni animale domini dal sommo!”
E per il sesto giorno fu abbastanza!
 Da quel giorno, dopo sei giorni, domo
o non domo, sol cena e solo  pranza
l’uomo al settimo giorno, dal Creatore
consacrato al riposo ed alle preci
[dalle prime alle ultime ore].

Eppur  mancava ancora alla Creazione
 l’alito che le cose inanimate
trasforma,  e dà la  vita alle   persone!
Quindi  al mondo le acque vennero date
che,  cadendo dal cielo, sulle zone
della terra che  Dio avea donate,
 potessero di poi irrigare il suolo;
e con quel fango denso plasmò l’uomo
[il qual  però, restava solo].

Pertanto un dì, che Adamo era dormiente,
gli tolse Dio una costola dal fianco
e, plasmatala con arte suadente,
 ne fece una compagna per chi stanco
aveva detto d’esser solo. In mente,
nel corpo e nell’ anima lor, financo,
simili  ad uno specchio tali e quali
si riconobbero l’un l’altra, prima
[che Adamo ne scoprisse i mali].

 In verità, come ho già detto pria,
fu il serpente, il sottile ingannatore
che convinse la sciagurata ria
a mangiare il frutto che il Buon Fattore
avea vietato, in quanto sulla via
  avrìa posto il mortale saggiatore,

della onniscienza del bene e del male!





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