domenica 16 dicembre 2018

Memorie di scuola - Volume Secondo


III
Partii dunque per Londra a luglio  del 1977.  In viaggio mi accompagnavo casualmente a una mia ex compagna  della ragioneria che mi piaceva sin dai tempi della scuola, anche se non le avevo  mai dichiarato i miei sentimenti, sempre frenato dalla mia timidezza e da quelle paure che ho già cercato di illustrare al paziente lettore. La ragazza era comunque fidanzata e presto l’avrebbe raggiunta a Londra  il suo ragazzo per riportarsela a Cagliari e convolare insieme a giuste nozze.
Ad essere sincero ero  partito con l’idea di trovarmi un lavoro per l’estate,  di farmi qualche soldo e poi di ritornarmene a casa e di concludere gli studi; in fondo mi mancavano soltanto sei esami per finire.
Londra mi piacque subito. Mi piacquero le grandi vie e i grandi parchi dell’West End e mi piacquero i vicoli più intimi e contenuti di Soho; complessivamente sentii che in quella città ci stavo bene; diciamo che il suo fascino misterioso, che sembrava aleggiare, soprattutto la sera,  sui caseggiati di pietra e in quegli edifici che trasudavano storie, mi avvinse in una spirale di emozionanti  sensazioni, come se avessi già vissuto, in un remoto passato, tra quelle mura e in quei luoghi. Niente di definito o di certo, sia chiaro, ma soltanto delle sensazioni; nulla di più.
La fortuna mi arrise subito nella ricerca del lavoro. Vicino all’ostello che avevo prenotato da Cagliari, poco discosto dalla importante stazione di King’s Cross,  c’era un negozio di alimentari di cui era proprietario un italiano, un giovane marchigiano di cui adesso non ricordo il nome. Frequentavano il negozio diversi altri connazionali, tra i quali vi era il braccio destro di un imprenditore emiliano o forse milanese, adesso non saprei dire. Fu lo stesso titolare del negozio di alimentari, col quale mi ero confidato, a chiedergli se per caso avesse qualche lavoro stagionale da propormi, una sera che stazionavo lì, a chiacchierare, tra gli odori pregnanti e familiari di prosciutti e formaggi italiani. Mi disse che il suo capo, tra le altre cose, possedeva una fabbrica dove si imbustavano delle pizze da supermercato e dove spesso cercavano del personale. Risposi che gli sarei stato grado e che avrei accettato volentieri di lavorare in quella fabbrica di pizze.  Detto, fatto. Quello stesso fine settimana mi comunicò che il lunedì successivo avrei dovuto presentarmi  al titolare per iniziare il lavoro in fabbrica. La scuola di Londra, per me, iniziò quel lunedì di luglio dell’anno 1977.
continua…
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