PROLOGO
Canto del Padre Eterno
i cui primordi furô ‘ Adamo ed
Eva
del gene eletto primiera Nazione
ai tempi che soltanto si godeva
senza patemi né disperazione
nell’Eden che fiorito sêr
soleva.
E prima che il serpente
ingannatore
il seme della sfida contro Dio
[all’Uom mettesse in core].
Canto altresì dei valorosi
prodi,
che discendendo da quel gene
eletto,
in varia guisa e coraggiosi modi
il popol d’Israele al santo
tetto
condussero di Palestina. E gli
odi,
gli amori, i tradimenti non
ometto:
quei tra uomini e regni e quei
con Dio
e leggi, guerre, esilii ed altro
ancora
[io narro in questo canto mio].
E canto infatti il Nuovo
Testamento
Quattro scrittori sopra il Redentore
Di profezie antiche il Compimento;
le lettere di Paolo Annunciatore
ed altri autori sino al grande
evento,
l’ultimo Libro che è rivelatore
del Giorno del Giudizio
Universale
quando sarà sancita la vittoria
[del Bene contro il Male]
Ardua è però sì tanto la materia
E lungo e pien d’insidie il mio
cimento
E la paura che il mio cuore
assedia
Soltanto se m’ardisco e in un
momento
Vacillo e manco come per inedia!
Signore Dio, Creator del
Firmamento
Dona sostanza e luce alla
favella
Mia, ch’io possa intelligere
l’Antica
[Tua parola e
E dalla Genesi all’Apocalisse
Guida la mano mia tra rime e
accenti
che con la mente mia come vibrisse
sappiano intercettare i
sentimenti
e trasmutarli con le leggi
affisse
in quei settantatre
componimenti!
Certo, per quanto questo libro
vale
ed esser vuole: un chiaro e breve
invito
[ al pieno assaggio
dell’Originale].
Creazione del mondo
In principio Dio creò il cïelo
e la terra, che era informe e deserta,
e il buio ricopriva come un velo
il nero abisso; ma sulle acque all’erta
stava Dio che, col Suo divino zelo,
volle che l’oscurità fosse aperta
dalla luce. E la luce ovunque fu!
La chiamò giorno e il buio ‘l chiamò notte.
[ E al primo giorno Ei non pensò
più].
Poi partì le acque e mise il firmamento
e separandole, emerse l’asciutto
in dove dispose che dal frumento,
dai germogli, dagli alberi da frutto
e da ogni specie idonea al
giovamento,
producesse col seme e
dappertutto.
Nominati il cielo, la terra e il
mare
al dover del quarto giorno il
Buon Dio
[ si die’ da fare].
Indi le luci per il cielo Ei pose
per ben distinguere la notte e
il giorno.
E tanto Egli è perfetto nelle
cose,
che fece sole e luna tutto
attorno
ed altri segni e stelle in
giusta dose,
più per utilità che per adorno!
Pensava sin d’allora il
Padreterno
ai giorni, ai mesi, agli anni e alle
stagioni
[ e a tanto più ch’io non
secerno].
Liberi volino in aria gli
uccelli
e in mare sguazzino assai
numerosi
i pesci; pascolino ovi e vitelli
con ogni bestiame nei prati
erbosi;
crescano rettili e fiere per
pelli,
esseri viventi belli e mostruosi!
Così creòlli Dio nel quinto giorno
gli animali del mondo e gli ordinò
[ di moltiplicarsi tutto
intorno].
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