sabato 20 marzo 2021

Il Poema della Creazione

 



PROLOGO

 

  Canto del Padre  Eterno la Creazione

i cui primordi furô ‘ Adamo ed Eva

del gene eletto  primiera Nazione

ai tempi che soltanto si godeva

  senza patemi né disperazione

nell’Eden che fiorito sêr soleva.

E prima che il serpente ingannatore

il seme della sfida contro Dio

[all’Uom mettesse  in core].

 

Canto altresì dei valorosi prodi,

che discendendo da quel gene eletto,

in varia guisa e coraggiosi modi

il popol d’Israele al santo tetto

condussero di Palestina. E gli odi,

gli amori, i tradimenti non ometto:

quei tra uomini e regni e quei con Dio

e leggi, guerre, esilii ed altro ancora

[io  narro in questo canto mio].

 

E canto infatti il Nuovo Testamento

Quattro scrittori  sopra il Redentore

Di  profezie antiche  il Compimento;

le lettere di Paolo Annunciatore

ed altri autori sino al grande evento,

l’ultimo Libro che è rivelatore

del Giorno del Giudizio Universale

quando sarà sancita la vittoria

[del Bene contro il Male]

 

 

Ardua è però sì tanto la materia

E lungo e pien d’insidie il mio cimento

E la paura che il mio cuore assedia

Soltanto se m’ardisco e in un momento

Vacillo e manco come per inedia!

Signore Dio, Creator del Firmamento

Dona sostanza e luce alla favella

Mia, ch’io possa intelligere l’Antica

[Tua parola e la Novella]

 

E dalla Genesi all’Apocalisse

Guida la mano mia tra rime e accenti

che con  la mente mia come vibrisse

sappiano intercettare i sentimenti

e trasmutarli con le leggi affisse

in quei settantatre componimenti!

Certo, per quanto questo libro vale

ed esser vuole: un chiaro e breve invito

[ al pieno assaggio dell’Originale].

 

Creazione del mondo

In principio Dio creò il cïelo

  e la terra, che era informe e deserta,

e il buio ricopriva come un velo

  il nero abisso; ma sulle acque all’erta

stava Dio che,  col Suo divino zelo,

volle che  l’oscurità fosse aperta

  dalla luce. E la luce ovunque fu!

La chiamò giorno e il buio  ‘l chiamò notte.

[ E al primo giorno Ei non pensò più].

 

Poi partì  le acque e mise il firmamento

e separandole, emerse l’asciutto

in dove dispose che dal frumento,

 dai germogli, dagli alberi  da frutto

e da ogni specie idonea al giovamento,

producesse col seme e dappertutto.

Nominati il cielo, la terra e il mare

al dover del quarto giorno il Buon Dio

[  si die’ da fare].

 

 Indi le luci per il  cielo Ei pose

per ben distinguere la notte e il giorno.

E tanto Egli è perfetto nelle cose,

che fece sole e luna tutto attorno

ed altri segni e stelle in giusta dose,

 più per utilità che per adorno!

Pensava sin d’allora il Padreterno

ai giorni, ai mesi, agli anni e alle stagioni

[ e a tanto più ch’io non secerno].

 

Liberi volino in aria gli uccelli

e in mare sguazzino assai numerosi

i pesci; pascolino ovi e vitelli

con ogni bestiame nei prati erbosi;

crescano rettili e fiere per pelli,

esseri viventi belli e mostruosi!

Così creòlli Dio  nel quinto giorno

 gli animali del mondo e gli ordinò

[ di moltiplicarsi tutto intorno].

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