Un giorno, mentre ci
preparavamo una pizza per la nostra
pausa pranzo, Franco mi disse che stava raccogliendo dei soldi per fare un
regalo a Giorgio, di cui a breve sarebbe ricorso il genetliaco. Risposi che
avrei partecipato ben volentieri e soltanto dovevo dirmi che cifra dovessi
versare per partecipare al regalo. Prima di rispondermi mi disse che la sua
idea era di regalargli un pezzo di hashish per il quale Giorgio andava matto.
Io non feci commenti anche se ricordo che pensai “Contento lui!” Dissi che per me non c’erano problemi. Franco
si limitò ad aggiungere che il fumo lo avrebbe comprato da Natale, grande
fumatore ed esperto e che Giorgio mi aveva
invitato alla festa di compleanno che avrebbe dato sabato sera a casa
sua. Venerdì sera, prima di smontare dal lavoro gli chiesi quanto gli dovessi
dare. Franco mi rispose che natale non aveva voluto soldi per un tocco di
hashish che aveva voluto procurare gratuitamente come sua personale
partecipazione al regalo di Giorgio. Mi scrisse l’indirizzo di Giorgio in un
foglietto, raccomandandomi di non mancare.
All’indomani, ruppi tutti i miei dubbi e le mie incertezze e
decisi di recarmi alla festa di Giorgio. Mentre ero in viaggio in metropolitana
cercai di vincere e dominare le mie apprensioni dicendo a me stesso che non era
obbligatorio per me fumare quella sostanza misteriosa e sconosciuta; e poi non
era neppure detto che me ne sarebbe stata data l’occasione. Quante storie!
Avrei potuto sempre rifiutarmi di fumare. Io all’epoca fumavo ancora le
sigarette (rigorosamente quelle di stato). Mi bastavano e avanzavano. Così
rimuginando arrivai alla casa di Willesden Green, dove abitava Giorgio. Mi aprì
una ragazza che mi fece entrare senza
farmi domande. Io dissi soltanto che ero invitato alla festa di compleanno di
Giorgio.
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