Dì alla Sapienza: “Sei mia sorella”
E chiama amica tua l’intelligenza
Perché ti salvi dalla donna bella
E straniera, che usa l’indecenza
E ti seduce con labbra allettanti
E come un bove tu la segui senza
Speranza; attento, perché già tanti
Essa ne ha fatti cadere trafitti,
ed eran tutti ciarlieri ed aitanti:
ed ora tacciono, per sempre zitti.
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