martedì 28 giugno 2022

Il commissario De Candia indaga-25

 

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«Son venuto a parlare  con lei, signor Girau!» disse rivolto al più giovane dei due cognati. Il sovrintendente si era studiato le foto segnaletiche prima di muoversi e in ogni caso non avrebbe mai corso il rischio di sentirsi dire che il sullodato Girau non era presente.

«Non si preoccupi» aggiunse subito a beneficio dell’interlocutore, che era sbiancato in viso «Devo farle soltanto delle domande che riguardano l’omicidio avvenuto la domenica pomeriggio del 23 aprile appena scorso!»

«Cosa vuole che ne sappia io di omicidi!» disse ‘Sa Mantininca’ «io ho già pagato il mio conto con la giustizia. Ero dentro per furto e sono uscito a marzo. Adesso lavoro con mio cognato e rigo dritto!»

«Però lei è stato visto nei pressi della casa dove è stato commesso l’omicidio!» disse bluffando il sovrintendente. Sa Mantininca abboccò subito all’amo.

«Chi è stato quella carogna, bugiardo e spione! Me lo dica e vediamo se ha il coraggio di ripeterlo davanti a me!»

«Mi scusi, brigadiere!» intervenne ‘Bomboletta’, che probabilmente era fermo ancora a quando i poliziotti avevano i gradi da militari «ha detto domenica 23 aprile di pomeriggio?»

Come il sovrintendente annuì, quello aggiunse subito:  «Mi sa che eravamo insieme alla partita del Cagliari; allo stadio S. Elia; noi facciamo parte degli Ultras Rossoblu del Club di Marius; i biglietti io li chiedo sempre al presidente del club, che me li procura scontati!»

Il sovrintendente continuò a scrivere  impassibile.

«Verificherò il vostro alibi e se verrà confermato, come penso che avverrà, a maggior ragione lei non ha niente da temere!. Possiamo andare avanti nell’interrogatorio?» disse ancora il sovrintendente rivolto a sa Mantininca che, recuperato  coraggio e sangue freddo grazie all’intervento del cognato, aveva ripreso a scartavetrare la carrozzeria dell’auto che aveva per le mani.

«Io di omicidi non ho mai saputo niente e non so nulla neanche di questo qui.»

«Però dalla casa della vittima sono spariti soldi e gioielli. Quindi abbiamo ragione di pensare che l’omicidio sia scaturito da un furto».

«E cosa c’entro io?»

«Be’, visto che l’omicidio e il furto sono  stati commessi nella quartiere dei Giudicati, e dato che i colleghi ci hanno detto che quella è la sua zona di competenza, ci chiedevamo, alla Omicidi, se per caso lei si era fatto un’idea di chi possa essere stato. Qui si tratta di un omicidio e non di un semplice furto», aggiunse Alessio Farci bilanciando il suo peso in modo da alleviare la morsa delle scarpe che gli stringevano i piedi.

Mantininca era lusingato di essere considerato dalla Questura  un piccolo boss, con un suo territorio di competenza. Inoltre adesso  anche in Questura si erano resi conto che un concorrente aveva sconfinato nel suo pascolo; e questo fatto però non gli era piaciuto affatto; anzi, gli aveva dato  proprio fastidio sin da quando aveva appreso la notizia dall’Opignone. Non era stato uno della sua banda, questo era certo; lo si sarebbe saputo; nell’ambiente della mala certe cose si vengono a sapere. Ma lui certe cose alla “Giusta” non poteva e non voleva dirle. Disse la prima cosa che gli venne in mente.

«Io ormai sono fuori dal giro, ma ai miei tempi, una cricca di sassaresi sconfinava ogni tanto qui in Casteddu. E quelli quando si muovono, fanno sempre cazzate!»

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