«Mio nonno!»
pensò il sovrintendente, che la balla dei sassaresi non se la sarebbe bevuta
neanche da addormentato. Sapeva infatti che la rivalità tra le due città più
grandi dell’isola, non si limitava soltanto al mondo del calcio, ma era diffusa
a tutti i livelli.
«Il verbale lo firma qui o preferisce passare in questura?»
gli chiese il sovrintendente che aveva trascritto la conversazione su un foglio
protocollo. Poi lo avrebbe trascritto al computer e la minuta l’avrebbe
allegata con la firma sua e del testimone a sommarie informazioni.
«Non è che mi vuole incastrare con questa
firma?»
disse Mantininca, mezzo ridendo, scegliendo però di firmare subito. In Questura
non ci sarebbe andato neanche a pagamento. Lì erano persino capaci di
trattenerlo e fargli pagare tutti i furti che ancora non gli avevano scoperto.
«Tranquillo! Noi sapremmo come incastrarti,
se volessimo! Stanne pur certo!» gli rispose il
sovrintendente riprendendosi il foglio e la penna che gli aveva allungato.
«Piuttosto»
aggiunse dandogli un suo bigliettino e tornando a un più formale ‘lei’ «se
viene a sapere qualcosa, mi chiami a questo numero. E’ anche suo interesse se
noi mettiamo le grinfie sull’assassino. Sassarese o non sassarese, si tratta
pur sempre di un estraneo che ha invaso delle zone che sono di competenza delle
bande cagliaritane» concluse poi ben sapendo
che Mantininca, al di là dei suoi dinieghi, era tuttora attivissimo come topo
di appartamenti proprio in quella zona, dove era stato commesso l’omicidio per
cui stava svolgendo indagini.
«’Bellu fill’ e bagassa custu Farci!»
esclamò Mantininca dopo che il sovrintendente si era già allontanato di un bel
po’ – rigirandosi per le mani il
bigliettino che il poliziotto gli aveva
dato.
«Dallo a me quel biglietto, prima che te lo
trovino in tasca i tuoi amici e ti diano qualche ‘surra’ pensando che sei uno spione!»
gli disse il cognato «E vedi di finire quella
portiera, che dopodomani viene il cliente a ritirarsela»
«Cee! Hai ragione! Tienilo tu! Meglio non
averlo in tasca! Non si sa mai!»
Martininca riprese a scartavetrare di buona lena, maledicendo in cuor suo gli
sbirri e i sassaresi, ma sperando comunque che la ‘Giusta’ acchiappasse
quel figlio di bagassa che si era infiltrato nella sua zona senza chiedere il
permesso a nessuno.
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