https://www.edizioniefesto.it/collane/origo-gentis/437-la-terza-via-un-uomo-un-viaggio-tre-strade
Il
primo ragazzo chiuse le cartine azionando con abilità le prime tre dita di
entrambe le mani e, dopo avere incollato con una veloce slinguata il risultato
della complessa operazione, ne assicurò il contenuto, rimboccandolo in cima e
lo passò alla ragazza che gli aveva dato il filtro, pregandola di accenderlo.
La ragazza non si fece pregare e, dopo essersi chinata ad acchiappare la fiamma
di un accendino che si era accesso nella sua direzione, ne aspirò una lunga,
voluttuosa boccata, passandolo subito al ragazzo che glielo aveva offerto.
Donato
mi distolse con una pacca sulla spalla.
-
«Ce
l’hai fatta a venire! Non startene qui tutto solo! Giampiero è di sopra ! Sarà
contento di vederti. Ci sono anche altri amici!»
Gli
sorrisi, grato che mi avesse levato dall’imbarazzo di quella mia solitaria
postura. Mi disse di seguirlo in cucina e poi ci avviammo insieme per le scale
che portavano al piano superiore.
Dal
corridoio imboccammo l’ultima porta a destra.
-
«Guarda
chi c’è!» – disse Donato entrando.
Tutti
i presenti si voltarono verso di me salutandomi cordialmente. Nella stanza
c’erano due coppie di letti a castello, uno a destra e l’altro sulla parete di
sinistra. Io mi sedetti sul letto basso di sinistra. Giampiero lo notai
soltanto dopo che mi ero seduto, quando si fece largo tra quelli che lo
attorniavano, allungando il braccio verso di me, sporgendosi dalla branda di
fronte alla mia, dove se ne stava comodamente disteso.
-
«
Tieni, fuma!» – mi disse porgendomi una
sigaretta di anomale proporzioni. – « E’ roba forte e buona, come voi Sardi!»
Senza
tentennare aspirai una rapida boccata come avevo visto fare alla ragazza di
sotto, poco prima, e la passai di
seguito a Donato, che fece altrettanto.
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