sabato 28 giugno 2025

San Paolo di Tarso

 

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Io sono Paolo, un Giudeo di Tarso,

città cilicia tra le più importanti!

Il petto di furore aveo riarso

 

contro i cristiani di Giudea, nanti

che Dio mi chiedesse, ché sulla via

mi trovavo di Damasco, per  quanti

 

fustigati aveo ragione, di mia

medesma mano e degl’altri ch’andavo

a perseguire! Ma la diceria

 

che mi vorrebbe poscia tanto bravo,

quanto spietato sarei stato pria,

vorrei condurre al suo corretto enclavo;

 

passi dunque d’ogni soperchieria

l’addebito e d’ogni complicità,

che sia in Giudea oppure in Samarìa,

 

  

per arroganza o cieca volontà,

abbia avuto nelle persecuzioni

dei fratelli ebrei, che alla novità

 

di Cristo subito eran stati proni;

però quello che a me pare più inviso

è che qualcuno fuor dal coro stoni

 

accusandomi anche d’avere ucciso!

No, no, e poi ancora no! Giammai

Il mio braccio fu di sangue nostro intriso

 

Di quei della mia stessa razza! Mai

mi spinse a dar la morte il tanto odio

Che pur covavo allora contro i sai

 

Che, minacciando d’occupare il podio

Supremo dell’avito Tempio, il Verbo

Novello di Gesù, come in allodio

 

Diffondevano intorno. Ero acerbo

Quando i mantelli dei lapidatori

Del primo martire cristiano in serbo

 

  

avevo e quando gli estremi  rigori

Del voto mortale in Sinedrio io davo!

Ma della legge è noto ai più cultori

 

Come non sia punibile lo schiavo

Quando esegua; ed io agivo stretto

Dalla legge, di cui l’antico avo

 

Mosè, a tutti noi  imponea rispetto;

ed  anche io la sentia vincolante!

Nel giusto io mi credea, anzi costretto,

 

ad agire in quel modo di zelante

 gioventù! Di Gesù, figlio di Abbà,

niente sapevo ancora, ma ignorante

 

ero di Lui e della verità

con cui Il Cristo ha illuminato il mondo!

Quando poi cessò in me la cecità

 

M’accorsi che avevo toccato il fondo

E vidi il vero nella sua realtà!

Oh me l’infelice, quando iracondo

 

 


Perseguivo i fratelli con viltà!

Oh me il fallace, che la vecchia via

Sola vedevo di mia volontà!

 

Ebbene, Dio, nella coscienza mia

Non volle che pesasse anche il supplizio

D’aver tolto la vita! E dunque sia:

 

Non mi sottrarrò al vostro giudizio!

Né valga ciò che dopo sono stato

A mio favore! Che sia all’inizio

 

Che sia al prosieguo, io fui destinato

A ciò che in alto fu per me deciso;

nel bene e nel male io l’ho accettato!

 

E se quello a voi apparisse inviso,

io questo l’ho accettato di buon grado

e il mio sentiero di dolore intriso

 

è stato ed ancora è, dovunque vado!

Non siate dunque voi assai severi,

e quando in aria lancerete il dado

 

  

considerate insieme oggi e ieri,

ché la vita di un uomo è un tutt’uno

fatto di azioni e di umani pensieri;


e mentre son le prime  per ognuno

ben palesi, quegli altri solo Dio

li sa pesare, attribuendo a ciascuno

 

il suo giusto tributo! Dunque io,

quando fui scelto per la diffusione,

nel mondo, del nuovo credo, di mio

 

misi, come in passato, la passione

e la coscienza di essere nel vero!

Conosco e vi precedo l’obiezione

 

Che con un simil ragionar, invero,

nessuno potria mai ser condannato,

il bugiardo mostrandosi sincero

 

e l’omicida saria liberato!

Ma conoscevo ben solo una legge

Prima che alla mission fossi vocato!

 

  

Ed era la legge di Mosè! Vegge

Chiunque quindi come fossi giusto!

Vorrei comunque dire per chi legge

 

Questo mio scritto, che il solo disgusto

Di cui serbo memoria di quegli anni

Trascorsi in preda a quel gran trambusto

 

Giovanil, son le torture e i malanni

Che senza pietà arrecavo ai rei

Presunti! Questo tra i diversi danni

 

Riconosco! Lo stesso che i Giudei

Cristiani oggi tentano di fare

A me e a tutti gli altri Ebrei

 

Che sol intendon farsi battezzare,

ritraendosi alla circoncisione!

E dunque il mio invito ad avvicinare

 

Gesù e la Sua nuova religione

Lo perseguo con infinito amore,

giammai con violenza o con restrizione!

 

 

È tempo ormai d’aprire il nostro cuore

Al mondo, come Gesù ci ha insegnato!

Il Verbo del Cristo, nel Suo vigore

 

Non deve più restare limitato

Negli angusti confini d’Israele,

di Giudea e di chiunque vi è nato!

 

E non già con la forza e con il fiele

Si fa la via che a Gesù conduce!

Dispieghiamo spontanei le vele

 

Del nuovo vento di riscatto e luce,

che a Gesù Cristo Il nostro Redentore

e alla Promessa di salvezza adduce!

 

Gesù, morto in croce per nostro amore,

di noi tutti quanti, Ebrei e pagani!

Cerchiamo orsù con entusiasmo e ardore

 

Di collaborare ai Suoi santi piani

Per questa Nuova ed Eterna Alleanza

Che vorrebbe veder, tutti i Cristiani,

 

 

Uniti in una sola fratellanza,

tutti gli uomini e razze della terra!

Valutate voi la vera importanza

 

Della nuova fede in Cristo! Ed erra

Chi non si rende conto che è la pace

La nuova frontiera, non più la guerra!

 

E Gesù Cristo, pur morto, non giace

Ma Egli è risorto! Io, testimone,

apostolo indegno, eppure capace,

 

da Lui sono stato per la missione

giudicato e scelto in prima persona

e incaricato della diffusione

 

del Vangelo, non solo in questa zona

ma in tutto il mondo che sia conosciuto!

E sì farò, sinché non sarà prona

 

La mia volontà e non sia venuto

Il giorno del giudizio universale,

quando completo il mondo avrà saputo

 

 

la Verità che veramente vale

ed il sentier che ognun deve seguire,

lungo la via che al Padreterno sale!

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San Paolo di Tarso

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