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Capitolo Primo
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“ Attaccabrighe, donnaiolo e giocatore! Ecco chi è l’uomo che ci ha
chiesto la mano di nostra figlia Luigia! Hai capito, Margherita? Lo hai
capito?”
Donna Margherita guardò
senza apparente emozione il viso alterato dalla collera di suo marito. Dopo
trent’anni di matrimonio, avendo imparato a conoscerlo, decise di lasciarlo
sfogare fino in fondo. Tuttavia trovava ancora simpaticamente buffa quella sua intonazione spiccatamente piemontese che nei momenti di
ira sembrava ancora più accentuata.
- “ E senza contare che è
pure siciliano ed ex-garibaldino!” - . L’ avvocato Stranèo si fece cadere sulla
sedia con un’enfasi teatrale,
frutto di una drammaturgia che gli derivava
più dalla sua frequentazione delle aule giudiziarie che da un effettivo sconforto per le notizie
che quel biglietto riservato gli aveva recapitate.
Donna Margherita lesse
quelle poche righe vergate sul foglio che il marito le aveva allungato, prima
di sprofondare nella poltroncina in legno dietro la sua scrivania. Gli epiteti
poco lusinghieri erano riferiti naturalmente al Capitano Gaspare Nicolosi. E a
chi altri, se no? Nessuno prima dell’ufficiale siciliano aveva mai chiesto la
mano della loro primogenita Luigia. Anche lei si sedette sul bordo di una delle
due sedie, dal lato opposto della scrivania.
Per guadagnare ancora qualche secondo fece finta di leggere, ma voleva
solo studiare la migliore strategia. Il
titolo nobiliare lo aveva acquisito dopo il matrimonio con Amedeo Stranèo che
apparteneva ad un ramo cadetto di una delle più antiche famiglie nobiliari del
Monferrato, da sempre fedelissimi alla casa Savoia.
Margherita era discendente
per metà da una famiglia della ricca borghesia mercantile genovese e per
l’altra metà, in linea materna, da una agiata famiglia di Tortona.
Dai suoi avi aveva ereditato
il senso pratico degli affari, che aveva
intelligentemente trasfuso nella gestione dei rapporti dentro e fuori la casa,
insieme ad una maggiore prospettiva nella visione del mondo che, al contrario
di quanto accadeva a suo marito, non era circoscritta dai confini del vecchio
Regno di Sardegna o, peggio ancora, da quelli dell’ancor più antico Ducato di
Savoia. E naturalmente non nutriva alcun pregiudizio sui siciliani e sugli
ex-garibaldini. Ma questo si guardò bene dal dirlo. Decise di partire da
lontano.
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“ Bella questa grafia! Di chi è?”- chiese restituendo il foglio.
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“ Del figlio di mio fratello Bartolo, il tenente Giovanni Stranèo,
quello che comanda un plotone nel I°
Battaglione Fanteria del Reggimento Crimea, lo stesso dove presta servizio
questo capitano Nico non so che!”
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“ Nicolosi” – disse pazientemente Donna Margherita.
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“ Appunto!”- interloquì l’avvocato Stranèo, ricordandosi che il nipote
gli aveva raccomandato nel P.S. della missiva riservata di distruggerla subito dopo averla letta. Gettò la lettera
sul fuoco che ardeva nel camino. Le fiamme l’avvolsero in un famelico e
repentino boccone.
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“Il capitano Nicolosi “ – riprese Donna Margherita con non curanza, avvicinandosi al
fuoco che il marito aveva cercato di ravvivare, approfittandone per
disperdere i residui della recente combustione – “ è però in forza al II° Battaglione Cavalleggeri !”
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“ E che significa? Gli ufficiali frequentano tutti lo stesso Circolo ed
agiscono sotto lo stesso Comando!”
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“ Ma è arcinoto a tutti che tra i fanti ed i cavalleggeri del
Reggimento Crimea non è mai corso buon sangue!” – replicò Donna Margherita, che
non aveva svolto studi specifici in materia militare, ma vi sopperiva con una
discreta conoscenza dei resoconti salottieri femminili, cercando di smussare i
toni del discorso.
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“ State cercando di insinuare che un gentiluomo della casata Stranèo
può aver confezionato delle baggianate per infangare ingiustamente un collega
ufficiale di reggimento?”
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“ Caro, hai presente la contessa Eleonora Chivasso Canavese?” – Donna
Margherita si rese conto subito che era meglio cambiare strategia.
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“La moglie del conte Edoardo Canavese?” – domandò l’avvocato Stranèo
con uno tono di voce improvvisamente più dolce.
I conti Canadese erano di
casa dagli Stranèo. Il conte Edoardo era compagno di caccia dell’avvocato e la
contessa Eleonora faceva parte con Donna Margherita del Gruppo Cittadino delle
Dame di Carità di San Vincenzo. Inoltre i conti Canavese avevano battezzato il
loro ultimogenito Giacomo.
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“ Sì, proprio lei! Luigia le ha chiesto, in via riservata, si intende,
di prendere informazioni ed Eleonora conosce personalmente l’ufficiale
attendente in prima del Comandante
del Reggimento Crimea! Non è una fortuna?”
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“ Già, bella fortuna! Se questo
è il risultato della tua educazione a nostra figlia! Ma quando mai s’è visto
che una brava figlia prenda una simile iniziativa senza interessare prima i
suoi genitori?”
“Se non altro è tornato al
tu” penso rincuorata Donna Margherita, che sapeva come quel “voi”, che suo marito aveva imparato ad usare da suo
padre nei momenti in cui occorreva rimettere
al posto loro le donne, fosse l’emblema di un estremo disappunto. Adesso,
invece, il rimprovero che suo marito le aveva mosso sull’educazione della
figlia celava, dietro il tono burbero, una bonaria e rassegnata
accondiscendenza.
-“ Oh, caro, non te la
prendere! Non sono più i nostri tempi. Oggi, anche le figlie femmine, cercano
di affrancarsi quanto più possono dal ruolo di subalternità! Del resto, se
venisse confermata la predisposizione al gioco del pretendente di nostra figlia,
sarei la prima io ad imporle il distacco più radicale di ogni pensiero che
lo riguardi. Mi preoccupo del gioco e
non delle brighe, perchè quando un vero uomo dovesse accasarsi, diventano
ricordi da ragazzi. Quanto alle donne,
poi, un uomo, se non va dietro alle donne mentre è libero e solo, che razza di uomo sarebbe mai? Anche
tu, Amedeo Stranèo, prima di prendermi in sposa, puoi negare di essere andato
dietro alle donne?”
L’avvocato Stranèo sembrò
convincersi alle parole che la moglie,
con grande garbo femminile, le aveva rivolto, o quantomeno ne sembrò placato.
Non volle tuttavia cedere le armi senza un’ultima battaglia.
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“ E cosa farai se ti confermeranno
che si tratta proprio di un siciliano e, per di più, di un ex-
garibaldino?”
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“ Ma Amedeo caro, se il nostro amato sovrano Vittorio Emanuele
II°, ha deciso di inserire gli
ex-garibaldini nei ranghi dei suoi migliori reggimenti, proprio noi sudditi
dovremmo ribellarci? E non ha forse detto, il Suo stesso Primo Ministro, che
dopo aver fatto l’Italia, occorre fare gli Italiani?”
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“ Eh, già! E tu gli italiani di Camillo Benso li vuoi iniziare a fare
in casa nostra?”
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“ E perché no? “ – rispose Donna Margherita imitando il tono giocoso
del consorte.- “ E non ti scordare, infine, che Luigia ha già ventuno
anni suonati! Vuoi forse che tua figlia maggiore resti zitella, mentre
le sorelle minori saranno già maritate e
con prole?”
L’avvocato non ebbe nulla da
replicare e sua moglie si licenziò con un bacio e con un leggero inchino, che
abbozzò quando era già sulla porta. Quell’ultima considerazione si dimostrò
decisiva, più avanti, quando si trattò di decidere se accettare o meno la
proposta matrimoniale del capitano dei Cavalleggeri, in forza al Reggimento
Crimea, di stanza ad Alessandria di Piemonte,
Gaspare Nicolosi da Mazara del Vallo di Sicilia.
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