giovedì 2 aprile 2020

Tra Coleridge e Tagore




Io sono Paolo, un Giudeo di Tarso,
città cilicia tra le più importanti!
Il petto di furore aveo riarso

contro i cristiani della Giudea, nanti
che Dio mi chiedesse, ché sulla via
mi trovavo di Damasco, per  quanti

ragion di  fustigati aveo di mia
medesma mano e degl’altri ch’andavo
a perseguire! Ma la diceria

che mi vorrebbe poscia tanto bravo,
quanto spietato sarei stato pria,
vorrei condurre al suo corretto enclavo;

passi dunque d’ogni soperchieria
l’addebito e d’ogni complicità,
sia che in Giudea o nella Samarìa,


per arroganza o cieca volontà
abbia avuto nelle persecuzioni
dei fratelli ebrei, che alla novità


di Cristo subito eran stati proni;

però quello  che a me pare più inviso

è che qualcuno fuor dal coro stoni


accusandomi anche d’avere ucciso!

No, no,  e poi ancora no! Giammai

Il mio braccio fu di sangue nostro intriso


Di quei della mia stessa razza! Mai

mi spinse a dar la morte il tanto odio

Che pur covavo allora contro i sai


Che, minacciando d’occupare il podio

Supremo dell’avito Tempio, il Verbo

Novello di Gesù, come in allodio


Diffondevano intorno. Ero acerbo

Quando i mantelli dei lapidatori

Del primo martire cristiano in serbo


avevo e quando gli estremi  rigori

Del voto mortale in Sinedrio io davo!

Ma della legge è noto ai più cultori


Come non sia punibile lo schiavo

Quando esegua; ed io agivo stretto

Dalla legge, di cui l’antico avo

Mosè, a tutti noi  imponea rispetto;

ed  anche io la sentìa vincolante!

Nel giusto io mi credea, anzi costretto,



ad agire in quel modo di zelante

 gioventù! Di Gesù, figlio di Abbà,

niente sapevo ancora, ma ignorante



ero di Lui e della verità

con cui Il Cristo ha illuminato il mondo!

Quando poi cessò in me la cecità



M’accorsi che avevo toccato il fondo

E vidi il vero nella sua realtà!

Oh me  l’infelice, quando iracondo



Perseguivo i  fratelli con viltà!

Oh me il fallace, che la vecchia via

Sola vedevo di mia volontà!



Ebbene, Dio, nella coscienza mia

Non volle che pesasse anche il supplizio

D’aver tolto la vita! E dunque sia:



Non mi sottrarrò al vostro giudizio!

Né valga ciò che dopo sono stato

A mio favore! Che sia all’inizio



Che  sia al prosieguo, io fui destinato

A ciò che in alto fu per me deciso;

nel bene e nel male io l’ho accettato!



E se quello a voi apparisse  inviso,

io questo l’ho accettato di buon grado

e il mio sentiero di dolore intriso



è stato ed ancora è, dovunque  vado!

Non siate dunque voi assai severi,

e quando in aria lancerete il dado



considerate insieme oggi e ieri,

chè la vita di un uomo è un tutt’uno

fatto di azioni e di umani pensieri;



e mentre son le prime  per ognuno

ben palesi, quegl’altri solo Dio

li sa pesare, attribuendo a ciascuno


il suo giusto tributo! Dunque io,

quando fui scelto per la diffusione,

nel mondo, del nuovo credo, di mio



misi, come in passato, la passione

e la coscienza di essere nel vero!

Conosco e vi precedo l’obiezione



Che con un simil ragionar, invero,

nessuno potria mai ser condannato,

il bugiardo mostrandosi sincero



e l’omicida sarìa liberato!

Ma conoscevo ben solo una legge

Prima che alla mission fossi vocato!



Ed era la legge di Mosè! Vegge

Chiunque quindi come  fossi giusto!

Vorrei comunque dire per chi legge



Questo mio scritto, che il solo disgusto

Di cui serbo memoria di quegl’anni

Trascorsi in preda a quel gran  trambusto


Giovanil,  son le torture e i malanni

Che senza pietà arrecavo ai rei

Presunti! Questo tra i diversi danni



Riconosco! Lo stesso che i Giudei

Cristiani oggi tentano di fare

A me e a tutti gli altri Ebrei



Che sol intendon farsi battezzare,

ritraendosi alla circoncisione!

E dunque il mio invito ad avvicinare



Gesù e la Sua nuova religione

Lo perseguo con infinito  amore,

giammai con violenza o con restrizione!



E’ tempo ormai d’aprire il nostro cuore

Al mondo, come Gesù ci ha insegnato!

Il Verbo del Cristo, nel Suo vigore



Non deve più restare limitato

Negli angusti confini d’Israele,

di Giudea e di chiunque vi è nato!


E non già con la forza e con il fiele

Si fa la via che a Gesù conduce!

Dispieghiamo spontanei le vele



Del nuovo vento di riscatto e luce,

che a Gesù Cristo Il nostro Redentore

e alla Promessa di salvezza adduce!



Gesù, morto in croce per nostro amore,

di noi tutti quanti, Ebrei e pagani!

Cerchiamo orsù con entusiasmo e ardore



Di collaborare ai Suoi santi piani

Per questa Nuova ed Eterna Alleanza

Che vorrebbe veder, tutti i Cristiani,



Uniti in una sola fratellanza,

tutti gli uomini e razze della terra!

Valutate voi  la vera importanza



Della nuova fede in Cristo! Ed erra

Chi non si rende conto  che è la pace

La nuova frontiera,  non più la guerra!



E Gesù Cristo, pur morto, non giace

Ma Egli è risorto! Io, testimone,

apostolo indegno, eppure  capace,



da Lui sono stato per la missione

giudicato e scelto in prima  persona

e incaricato della diffusione



del Vangelo, non solo in questa zona

ma in tutto il mondo che sia conosciuto!

E sì farò, sinchè non sarà prona



La mia volontà e non sia venuto

Il giorno del giudizio universale,

quando completo  il mondo  avrà saputo



la Verità che veramente vale

ed il sentier che ognun deve seguire,

lungo  la via che al Padreterno sale!









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