lunedì 15 marzo 2021

Un ricordo di Aldo Moro



Capitolo 2

 

A quel tempo, a Londra,  le notizie dall’Italia arrivavano con un giorno di ritardo. Non che io le cercassi, tutt’altro. Ero andato via dall’Italia perché non ne potevo più di stare a sentire e a leggere sempre le stesse notizie: attentati, gambizzati, scioperi, scala mobile, crisi di governo, rimpasto, arco costituzionale, extraparlamentari, gruppuscoli, galassia, terroristi, destra e  sinistra.

Sul piano politico, a destra l’Italia era bloccata dall’arco costituzionale, mentre a sinistra l’ostacolo era il Patto Atlantico. Io non mi sentivo né di destra, né di sinistra. A pensarci bene forse ero partito per Londra alla ricerca di una terza via.

La  notizia del rapimento dell’onorevole Aldo Moro,  ad opera delle Brigate Rosse,  mi lasciò pertanto piuttosto indifferente.

Soltanto dopo ho capito la grandezza di quest’uomo politico, la sua lungimiranza, la sua tenacia. Era un uomo rivoluzionario, a modo suo; ma nel suo mondo non fu capito; o fu male inteso; o forse i farisei filoamericani e gli scribi democristiani si servirono dei barabba rossi per levarsi di torno un avversario interno più intelligente  e più capace di loro. In fondo me n’ero andato dall’Italia per non pensare alla politica, perché mi sarei dovuto sbattere su quella notizia?

 

Ma era la politica, evidentemente, a seguire me. Due tra le mie conoscenze, Donato e Giampiero, erano dei veri appassionati della politica italiana; e senza parlar di politica sembrava non riuscissero a stare.

 Li avevo conosciuti entrambi  nella fabbrica di pizze, dove avevo iniziato a lavorare poco dopo essere arrivato a Londra.

 

 Donato era arrivato a Londra forse un paio d’anni  prima di me. Con Giampiero divideva però una  lunga   militanza italiana nei gruppuscoli della sinistra extra-parlamentare; lo stesso travagliato percorso ideologico: dalle confuse militanze rivoluzionarie tra i castristi, maoisti, marxisti-leninisti alle matrici di ispirazione nostrana, dall'ideologia meno vaga e più concretamente calate nella realtà italiana, come Lotta Continua, Servire il Popolo e Autonomia Operaia, sino alla graduale ma inesorabile disillusione; all’amara e sonora sconfitta. E senza neppure attendere l’appello del ’77 si era ritirato anche lui dal fronte, a leccarsi le ferite, a ricostruirsi.

tratto dal romanzo "La Terza via" acquistabile in tutte le librerie anche on line

https://albixahttps://albixandpoetry.wordpress.com/2021/03/16/un-ricordo-di-londra/ndpoetry.wordpress.com/2021/03/1

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