In testa porto ancora il ricordo di quella
e di altre sfide: “is istaffeddasa”, ovvero dei tagli visibili sulla cute,
dovute all’impatto con i sassi taglienti.
A me toccava di stare in prima fila.
L’obbligo mi discendeva dal fatto che io ero stato prescelto come capo-banda.
Non tutti, però, erano stati concordi
nella scelta del capo; mi ricordo in particolare un caro amico di quei tempi
andati: Rodolfo; avevamo la stessa età ma lui era più alto e robusto di me;
quindi rivendicò per sé, non so dietro a quale altro pretesto, la leadership; mi sfidò apertamente un
pomeriggio d’estate, levandosi la maglietta e mostrando la corazza di cuoio che gli copriva tutto il
busto e che, a suo dire, lo rendeva invincibile e degno del comando. Più tardi
mi confessò che si trattava di un busto ortopedico che gli era stato prescritto
per risistemare non so bene quale sporgenza ossea; ma in quel momento credetti
soltanto che si trattasse di un escamotage inventato per togliermi il bastone
del comando faticosamente conquistato.
Alla vista di quella corazza, che Rodolfo
scoprì con un urlo di minacciosa sfida, tutti i componenti della banda
ammutolirono di colpo; ma quando capirono che non intendevo cedere il comando
senza lottare si disposero in cerchio attorno a noi; ci studiammo a lungo, con
finte e occhiatacce di sfida; io intuii che se mi avesse afferrato, corazza o
non corazza, mi avrebbe stritolato; allora, istintivamente, escogitai un trucco
che mi sarebbe servito negli anni a venire per atterrare avversari ben più
temibili: mi lanciai in avanti afferrandolo dietro ai polpacci; poi, tirando con forza verso di me, lo
atterrai pesantemente; paradossalmente,
quella corazza, che lui credeva il suo punto di forza, si dimostrò invece
quell’handicap che in effetti era, impedendogli di divincolarsi dalla presa in cui lo avevo steso, con il peso del
corpo e le mie ginocchia sulle scapole
che lo inchiodavano a terra. Alla mia affannosa domanda “t’arrendisi?” , lo spaventato amico non poté fare altro che rispondere con un mesto assenso e il
boato della banda decretò la mia vittoria;
Rodolfo si dimostrò un valido e leale luogotenente in tutte le nostre
scorribande.
continua...
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