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Quando
arrivò alla casa di via Giudicessa Adelasia lei era già lì che aspettava. Aveva
ripreso le sue eleganti sembianze professionali, con il suo mezzo tacco nero,
il tailleur sartoriale color amaranto, il suo preferito. I capelli raccolti in
un elegante chignon e il trucco leggero, ma sapiente, donava ancora più luce ai
suoi occhi e alla sua pelle.
Si
salutarono affettuosamente, come due vecchi amici. Subito il commissario
armeggiò con le chiavi che gli avevano dato in procura e che erano state
sequestrate all’assistito dell’avvocato Levi, il presunto assassino con il
coltello insanguinato in mano. Quando furono dentro casa l’avvocato provò le luci.
La corrente c’era ancora, anche se non serviva. L’appartamento era luminoso e
il sole illuminava ancora quella bella giornata di maggio. Il commissario
sollevò le tapparelle del salottino della casa della vittima di quel brutale
assassinio, ancora avvolto nel mistero, ancora senza un colpevole vero. Dalla
finestra vide un volo di fenicotteri, come una squadra di aerei, sfilare verso
la zona degli stagni.
L’avvocato
aprì la borsetta e consegnò la chiave al commissario, che nel frattempo aveva staccato
dalla parete il quadro che copriva la cassaforte a muro.
Luisa
gli stava di fianco e si sollevò sulla punta dei piedi per vedere meglio
l’interno della piccola cassaforte. Ma non c’era niente. Il commissario passò
la mano destra su entrambi i ripiani, per esserne ancora più certo. La
cassaforte era davvero vuota.
I
due si guardarono. La più incredula sembrava però proprio Luisa.
«Mi
ha detto il mio assistito che oltre al testamento, la zia ci teneva dei buoni
postali nominativi, diversi gioielli personali, alcuni documenti, tra cui la
carta d’identità e il codice fiscale.»
«Senti,
e la chiave della signora dove potrebbe essere? Ho visto delle chiavi
nell’ingresso…»
«Vado
a prenderle!» si offrì lei prontamente. «Anche
se so che la chiave della cassaforte, la signora Emma, la teneva nel primo
cassetto del comò, insieme alla carta del bancomat e a piccole somme in
contanti.»
«Io
vado a fare una ispezione più accurata rispetto a sabato scorso!»
disse il commissario mentre lei andava a prendere le chiavi.
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